Il presidente argentino non si ferma di fronte agli scioperi generali e alle manifestazioni che hanno portato milioni di cittadini in piazza. Non cede alle proteste contro i suoi tagli alla spesa pubblica e ai sussidi, né al suo piano di riforme.
#Yonoparo, cioè “io non mi fermo”, neanche di fronte agli scioperi generali e le manifestazioni che a detta degli organizzatori hanno portato ieri in piazza cittadini a milioni in tutto il Paese. Il presidente argentinonon si sogna nemmeno di cedere alle proteste contro i suoi tagli alla spesa pubblica e ai sussidi, contro il suo mega piano omnibus di riforme che verrà discusso oggi in Parlamento e il Decreto di necessità e urgenza entrato in vigore alla fine di dicembre.
La motosega di memoria elettorale prosegue dritta e in profondità “para romper las cadenas que no nos dejan crecer”, per rompere le catene che ci impediscono di crescere, come diceva il libro scritto dallo stesso Milei oltre 4 anni fa, “Libertad, libertad, libertad”. Né per la verità sembra fermarsi lache da quando l’anarco-capitalista si è insediato alla Casa Rosada ha fatto segnare una performance che non ha pari al mondo, passando da 602mila a 1,29 milioni, ovvero raddoppiando il suo valor
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